Vecchi trasformatori
Inviato: 09/12/2015, 23:30
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Sul mercato dell’usato, negli ultimi anni, è molto facile trovare a basso prezzo o addirittura gettati via, degli ottimi trasformatori.
Sono quelli utilizzati per alimentare le potenti lampade dei microscopi che, ormai, sono state ovunque sostituite con i più prestanti led.
La caratteristica che li rende interessanti è che, quasi sempre, si tratta di trasformatori a secondario variabile con contatto strisciante. Il motivo per questa tecnologia è semplicissimo: doveva servire per regolare la luminosità della lampada del microscopio e questo era fatto, correttamente, variando la tensione di uscita del trasformatore da zero, fino al suo massimo.
Altra caratteristica interessante è la qualità di questi trasformatori, sempre molto elevata per adeguarsi a quella dei microscopi che dovevano servire.
Questo tipo di trasformatori è quindi molto utile nella costruzione di alimentatori variabili per alte correnti, in quanto la tensione di uscita può essere tenuta solo di poco più alta dello stretto necessario, in modo da rendere minima la dissipazione di potenza.
I trasformatori reperibili sono molto vari, dai piccoli con uscite sugli 8 Volt 4 Amper, ai più potenti da 17 Volt in uscita con 6 Amper di corrente.
Ed il bello è che l’amperaggio massimo è disponibile non solo alla massima tensione di uscita, ma anche alla minima, basta soltanto regolare la presa sul trasformatore.
Quindi diventano perfetti per piccoli carica batteria, alimentatori per led e, comunque, adatti a carichi gravosi.
Altro facile utilizzo di questi trasformatori è quello di accoppiare il secondario variabile all’entrata di un secondo trasformatore, ad esempio: il trasformatore da microscopia ha l’uscita 0-8 volt e viene collegato al secondario da 6 volt di un comune trasformatore fisso. Otteniamo così con costo minimo un gruppo di trasformazione in grado di fornirci una tensione di uscita variabile da zero a ben oltre la tensione nominale di rete e, per di più, isolata da terra.
Sul mercato dell’usato, negli ultimi anni, è molto facile trovare a basso prezzo o addirittura gettati via, degli ottimi trasformatori.
Sono quelli utilizzati per alimentare le potenti lampade dei microscopi che, ormai, sono state ovunque sostituite con i più prestanti led.
La caratteristica che li rende interessanti è che, quasi sempre, si tratta di trasformatori a secondario variabile con contatto strisciante. Il motivo per questa tecnologia è semplicissimo: doveva servire per regolare la luminosità della lampada del microscopio e questo era fatto, correttamente, variando la tensione di uscita del trasformatore da zero, fino al suo massimo.
Altra caratteristica interessante è la qualità di questi trasformatori, sempre molto elevata per adeguarsi a quella dei microscopi che dovevano servire.
Questo tipo di trasformatori è quindi molto utile nella costruzione di alimentatori variabili per alte correnti, in quanto la tensione di uscita può essere tenuta solo di poco più alta dello stretto necessario, in modo da rendere minima la dissipazione di potenza.
I trasformatori reperibili sono molto vari, dai piccoli con uscite sugli 8 Volt 4 Amper, ai più potenti da 17 Volt in uscita con 6 Amper di corrente.
Ed il bello è che l’amperaggio massimo è disponibile non solo alla massima tensione di uscita, ma anche alla minima, basta soltanto regolare la presa sul trasformatore.
Quindi diventano perfetti per piccoli carica batteria, alimentatori per led e, comunque, adatti a carichi gravosi.
Altro facile utilizzo di questi trasformatori è quello di accoppiare il secondario variabile all’entrata di un secondo trasformatore, ad esempio: il trasformatore da microscopia ha l’uscita 0-8 volt e viene collegato al secondario da 6 volt di un comune trasformatore fisso. Otteniamo così con costo minimo un gruppo di trasformazione in grado di fornirci una tensione di uscita variabile da zero a ben oltre la tensione nominale di rete e, per di più, isolata da terra.