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Ho acquistato sulla baia questo strumento (ponte LCR) dato che veniva pochi euro, fratello minore del 9343M, da cui si differenzia per la minore precisione e minore frequenza di test.
L'apparato è arrivato perfettamente funzionante, presentava però dei vistosi ingiallimenti sul pannello frontale.
Ho cercato di risolvere grazie ad un particolare trattamento chimico, ma in questo caso non ha risolto minimamente il problema.
Quindi ho deciso di togliere il rivestimento plastico del pannello e procedere con una riverniciatura. Prima una mano di fondo e poi con i due colori che componevano la serigrafia del pannello.
Dopo aver spruzzato il primo colore ed averne atteso la perfetta asciugatura, ho creato la sagoma per il secondo colore utilizzando della plastica adesiva, applicata poi sopra il pannello, a delimitare il secondo colore, più scuro.
Dopo qualche minuto di attesa, affinchè il colore asciughi un pò, ho rimosso con delicatezza la maschera adesiva.
Ho quindi realizzato con il mio solito metodo (stampa su vinile adesivo trasparente), le scritte e applicate poi sopra il pannello. Varie mani di protettivo acrilico trasparente hanno fatto il resto.
Quì una foto dell'interno, dopo aver rimosso un pò di polvere presente.
E quì lo strumento completato ed in funzione.
Allego anche il manuale d'uso e manutenzione:

Dario, il mago del restauro!

amarturini ha scritto:Dario, il mago del restauro!

Grazie mille Alberto

Bello strumento non lo conoscevo.
Complimenti per il restauro sembra quasi fatto in serigrafia.
Che sistema avevi tentato prima per togliere l´ingiallimento?
Io solitamente uso la crema ossidante a 40 volumi (quella dei parucchieri) il tutto irrorato dall´ ultravioletto o dal sole..... quando c´e´

Complimenti, ottimo lavoro sembra nuovo.

Possiedo due 9343M: se anche i modelli più "piccoli" si comportano come i miei, hai fatto un ottimo acquisto!
Uno dei miei ha qualche leggero ingiallimento, l'altro è intonso.
Il tuo ha anche l'interfaccia IEEE-488 (GPIB)?

Sapevo dei tuoi due, per cui quando lo ho visto non ho resistito. L'interfaccia GPIB è presente con un connettore a pettine sullo stampato ed è presente la finestra per il connettore sul lato destro dello strumento, per cui basterebbe il relativo connettore e un flat cable per i collegamenti (ci stavo già pensando ).
Cercando notizie, ho scoperto che questi strumenti venivano prodotti anche sotto altri marchi:
Per picburner: il metodo è più o meno quello, solo che è addittivato da un paio di altri prodotti (trovi info sul web), solo che in questo caso il pannello è verniciato e ricoperto da una pellicola trasparente e ad ingiallire era stata quest'ultima ed il prodotto non ha sortito nessun effetto.

Come avrete potuto vedere, questo strumento consente di misurare i componenti inserendoli nell'apposito "connettore" a lamelle.
Viene utilizzato il sistema di misura a quattro morsetti o Kelvin, ovvero due terminali applicano una corrente costante od un apposito segnale ai capi del componente da testare ed altri due terminali ne leggono la tensione caratteristica sempre sugli stessi capi.
Esiste un accessorio per questo strumento, che consente di prolungare la connessione tramite dei cavetti, per componenti che risulterebbero difficili da inserire nello strumento stesso.
Non riuscendo a trovarlo ho pensato di realizzarmelo: innanzitutto dovevo trovare qualcosa che mi consentisse di prelevare le quattro connessioni dalle lamelle elastiche e quindi la soluzione era di utilizzare un pezzo di vetronite a doppia faccia, opportunamente sagomata per entrare tra le lamelle.
Una scatoletta in plastica avrebbe fatto da supporto ed isolamento dei cavetti e tramite una vite a pomello poteva essere bloccata in posizione per evitare falsi movimenti dei connettori (sul pannello è presente un foro filettato da 3 MA proprio per questo scopo).
Il pezzo di vetronite è stato fresato in centro da ambo le parti, proprio per ottenere le quattro connessioni distinte.
Sugli angoli di ogni traccia ramata sono stati saldati quattro cavetti isolati in silicone, molto flessibili (due rossi per il lato positivo e due neri per quello negativo).
All'altro capo dei fili ho saldato degli appositi morsetti a coccodrillo specifici per questi scopi: i due contatti dello stesso morsetto sono indipendenti al contrario dei morsetti a coccodrillo normale (li trovate sulla baia come "Kelvin Alligator").
La schedina così pronta è stata inserita in una fessura praticata con il dremel sulla scatolina di plastica ed il tutto è stato poi fissato con della colla epossidica.
La manopolina filettata da 3 MA non sono riuscito a reperirla, per cui ne ho recuperato una da 5 MA, ho tagliato il perno, forato la base con una punta da 2,5 mm e filettato da 3 MA, preso un pezzo di barra filettata da 3 e fissata in loco con del frenafiletti.
La manopolina è inserita nel coperchio e bloccata ad una certa altezza tramite due dadetti; questo gli consente di muoversi e non ostacolare l'inserimento del nostro dispositivo in sede, senza rischiare di perderla.
Il coperchio è stato poi inserito sulla scatolina e bloccato con un pò di silicone.
Ecco il tutto completato e in posizione sullo strumento.

Perfetto, ma sei vuoi fare le cose ancora meglio, i tuoi cavi dovrebbero essere schermati e la calza collegarsi al contatto di "terra" sulla manopolina.
Esempi di contatti/sonde Kelvin: [External Link Removed for Guests]" onclick="window.open(this.href);return false; [External Link Removed for Guests]" onclick="window.open(this.href);return false;
Manuale Agilent sulla misura dell'impedenza [External Link Removed for Guests]" onclick="window.open(this.href);return false; (fig 3.6 e successive)

Debbo ringraziare tutti voi, quì davvero si imparano un sacco di cose !!!