Sonda Centronics B12H
Inviato: 27/10/2016, 22:21
Al museo è stata donata una sonda autocostruita, dentro ad un tubo in plastica per scarichi era stata inserito un tubo in vetro della Centronics, il B12H di cui potete vedere quì le caratteristiche: [Local Link Removed for Guests]" onclick="window.open(this.href);return false;
Appurato che il tubo funzionava, ho deciso di dargli una veste più consona, ed ho realizzato un case utilizzando un tubo in polietilene, di colore arancio, di diametro esterno 40 mm, in modo che la sonda passasse all'interno.
Ho praticato delle feritoie utilizzando una troncatrice per legno, avendo cura di realizzarle equidistanti. Superiormente il tubo è stato chiuso da un tappo in plastica di recupero e l'ngresso per il cavo è stato ottenuto dalla sovrapposizione di due pressacavi plastici per scatole elettriche ( per gli "addetti" un PG27 ed un PG21). Una mano di primer di fondo ha poi unificato il tutto.
Ho deciso di mettere una retina metallica a protezione del tubo, essendo in vetro è molto fragile e visto che la sonda verrà utilizzata al Museo per prove varie è meglio essere prudenti. In primis ho utilizzato una reticella con aperture al 90%, ma prove pratiche ed il consiglio dell'amico Neutrino mi hanno fatto optare per una reticella ad aperture maggiori.
Ho provveduto in seguito alla verniciatura, con del blu-verde elettrico, che avevo avanzato dal mio precedente lavoro del pozzetto piombato per spettrometria.
Prima di inserire il tubo, ho messo internamente, all'estremità superiore, un dischetto in spugna di neoprene, dove lo stesso andrà ad appoggiarsi.
Il tubo, che presentava la verniciatura nera di copertura, tutta screpolata, è stato riverniciato in nero opaco ed è stato pure cambiato il cavo di connessione, utilizzando del coassiale di ottima qualità, sempre dato l'utilizzo sul campo che la sonda sarà tenuta a sopportare.
Ho preparato una etichetta con i dati salienti, applicata sulla sonda e poi una ricopertura finale con del trasparente lucido.
Le consuete prove finali di collaudo della sonda.
Appurato che il tubo funzionava, ho deciso di dargli una veste più consona, ed ho realizzato un case utilizzando un tubo in polietilene, di colore arancio, di diametro esterno 40 mm, in modo che la sonda passasse all'interno.
Ho praticato delle feritoie utilizzando una troncatrice per legno, avendo cura di realizzarle equidistanti. Superiormente il tubo è stato chiuso da un tappo in plastica di recupero e l'ngresso per il cavo è stato ottenuto dalla sovrapposizione di due pressacavi plastici per scatole elettriche ( per gli "addetti" un PG27 ed un PG21). Una mano di primer di fondo ha poi unificato il tutto.
Ho deciso di mettere una retina metallica a protezione del tubo, essendo in vetro è molto fragile e visto che la sonda verrà utilizzata al Museo per prove varie è meglio essere prudenti. In primis ho utilizzato una reticella con aperture al 90%, ma prove pratiche ed il consiglio dell'amico Neutrino mi hanno fatto optare per una reticella ad aperture maggiori.
Ho provveduto in seguito alla verniciatura, con del blu-verde elettrico, che avevo avanzato dal mio precedente lavoro del pozzetto piombato per spettrometria.
Prima di inserire il tubo, ho messo internamente, all'estremità superiore, un dischetto in spugna di neoprene, dove lo stesso andrà ad appoggiarsi.
Il tubo, che presentava la verniciatura nera di copertura, tutta screpolata, è stato riverniciato in nero opaco ed è stato pure cambiato il cavo di connessione, utilizzando del coassiale di ottima qualità, sempre dato l'utilizzo sul campo che la sonda sarà tenuta a sopportare.
Ho preparato una etichetta con i dati salienti, applicata sulla sonda e poi una ricopertura finale con del trasparente lucido.
Le consuete prove finali di collaudo della sonda.