Il PULSAR
Inviato: 13/10/2015, 17:53
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C'era una volta, tanto tempo fa, in cui io mi divertivo ad auto costruire tutto quello che mi passava per la mente.
Certamente allora non avevo bisogno di tre paia di occhiali solo per fare una saldatura e, miracolo dei miracoli, saldando una pista, non attaccavo fra loro anche le due adiacenti, come invece faccio ora, pasticciando tutto.
Di quei tempi lontani mi sono rimasti alcuni progetti fatti abbastanza bene, anche perché ho sempre avuto la mania di fare le cose il più semplicemente possibile: non mi piacciono le complicazioni.
Oggi mi è capitato fra le mani il mio vecchio progetto per costruirmi un PULSAR, cioè uno strumento utile per verificare la precisione e la taratura dei contatori Geiger: ratemeter, scaler, ecc.
Tutto sommato non è male, mi ha servito fedelmente per molti anni e, forse, nella sua semplicità, può ancora interessare qualcuno di voi. Per questi motivi, provo a rimettere assieme i pezzi del progetto ed a proporvelo.
Per la migliore flessibilità, ho tenuto separato l’oscilloscopio in quanto basta verificare ogni tanto la rispondenza della forma d’onda dell’impulso generato ai canoni standard dettati dalla Ludlum, per il resto del tempo l’oscilloscopio può così venir utilizzato in altri compiti.
Il PULSAR vero e proprio contiene al suo interno alcuni componenti acquistati già pronti: il voltmetro ed il frequenzimetro digitale. E’ infatti perfettamente inutile sprecare tempo a progettarli, quando in qualsiasi fiera li potete trovare, perfetti allo scopo e per pochi euro.
Molto meglio utilizzare il nostro tempo alla progettazione del gruppo oscillatore, per noi molto più importante.
Vediamo allora uno schema a blocchi semplificato:
Abbiamo quindi quattro strumenti, ciascuno svolge funzioni ben separate: l’oscilloscopio, fisicamente separato per i motivi appena detti, ci serve per verificare che la forma d’onda dei nostri impulsi sia conforme agli standard di taratura, con un impulso costante, indipendentemente dalla frequenza generata (quello che si modifica sono le pause, non gli impulsi).
Poi abbiamo un voltmetro per alta tensione, per tenere sotto continuo controllo la tensione generata dal Geiger in prova e che alimenta la sonda e verificare quindi la sua stabilità nel tempo.
Poi il cuore del PULSAR, un generatore di impulsi costruito in modo da privilegiare la sua stabilità che deve essere quanto più possibile insensibile alle variazioni di alimentazione, di temperatura e di tempo. Sempre per motivi di stabilità, il generatore può operare da 500 cps fino a 5000 cps, quindi su frequenze piuttosto alte, più facili da mantenere stabili. Ci penserà poi un gruppo divisore formato da varie decadi, a creare i suoi sottomultipli senza più modificare il generatore. Il generatore di impulsi termina poi il suo compito con uno squadratore che, indipendentemente dalla frequenza, forma l’impulso standard che il geiger in prova dovrà rivelare.
Ma, anche così, nonostante tutti gli accorgimenti adottati, un frequenzimetro digitale ci mostra sempre il valore reale dell’oscillazione, garantendo sempre la stabilità necessaria sotto qualsiasi condizione di lavoro.
(Continua)
C'era una volta, tanto tempo fa, in cui io mi divertivo ad auto costruire tutto quello che mi passava per la mente.
Certamente allora non avevo bisogno di tre paia di occhiali solo per fare una saldatura e, miracolo dei miracoli, saldando una pista, non attaccavo fra loro anche le due adiacenti, come invece faccio ora, pasticciando tutto.
Di quei tempi lontani mi sono rimasti alcuni progetti fatti abbastanza bene, anche perché ho sempre avuto la mania di fare le cose il più semplicemente possibile: non mi piacciono le complicazioni.
Oggi mi è capitato fra le mani il mio vecchio progetto per costruirmi un PULSAR, cioè uno strumento utile per verificare la precisione e la taratura dei contatori Geiger: ratemeter, scaler, ecc.
Tutto sommato non è male, mi ha servito fedelmente per molti anni e, forse, nella sua semplicità, può ancora interessare qualcuno di voi. Per questi motivi, provo a rimettere assieme i pezzi del progetto ed a proporvelo.
Per la migliore flessibilità, ho tenuto separato l’oscilloscopio in quanto basta verificare ogni tanto la rispondenza della forma d’onda dell’impulso generato ai canoni standard dettati dalla Ludlum, per il resto del tempo l’oscilloscopio può così venir utilizzato in altri compiti.
Il PULSAR vero e proprio contiene al suo interno alcuni componenti acquistati già pronti: il voltmetro ed il frequenzimetro digitale. E’ infatti perfettamente inutile sprecare tempo a progettarli, quando in qualsiasi fiera li potete trovare, perfetti allo scopo e per pochi euro.
Molto meglio utilizzare il nostro tempo alla progettazione del gruppo oscillatore, per noi molto più importante.
Vediamo allora uno schema a blocchi semplificato:
Abbiamo quindi quattro strumenti, ciascuno svolge funzioni ben separate: l’oscilloscopio, fisicamente separato per i motivi appena detti, ci serve per verificare che la forma d’onda dei nostri impulsi sia conforme agli standard di taratura, con un impulso costante, indipendentemente dalla frequenza generata (quello che si modifica sono le pause, non gli impulsi).
Poi abbiamo un voltmetro per alta tensione, per tenere sotto continuo controllo la tensione generata dal Geiger in prova e che alimenta la sonda e verificare quindi la sua stabilità nel tempo.
Poi il cuore del PULSAR, un generatore di impulsi costruito in modo da privilegiare la sua stabilità che deve essere quanto più possibile insensibile alle variazioni di alimentazione, di temperatura e di tempo. Sempre per motivi di stabilità, il generatore può operare da 500 cps fino a 5000 cps, quindi su frequenze piuttosto alte, più facili da mantenere stabili. Ci penserà poi un gruppo divisore formato da varie decadi, a creare i suoi sottomultipli senza più modificare il generatore. Il generatore di impulsi termina poi il suo compito con uno squadratore che, indipendentemente dalla frequenza, forma l’impulso standard che il geiger in prova dovrà rivelare.
Ma, anche così, nonostante tutti gli accorgimenti adottati, un frequenzimetro digitale ci mostra sempre il valore reale dell’oscillazione, garantendo sempre la stabilità necessaria sotto qualsiasi condizione di lavoro.
(Continua)