Il geiger che non c’è
Inviato: 18/03/2016, 23:51
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Incuriosito da un annuncio su eBay e dal suo minimo prezzo, ho voluto provare e toccare con mano uno strano mini strumento, costruito nei Paesi Bassi.
Certo, l’aspetto è semplicissimo, un piccolo tubo vuoto con all’interno un elettrodo che immagino collegato al gate di un fet, in modo da mandarlo in conduzione quando delle radiazioni entrano nella cavità e ionizzano l’aria ivi contenuta.
Direttamente dalla descrizione fatta dal venditore su eBay:
“Detects all forms of ionizing radiation (Alpha, Beta & Gamma). When radiation is detected, the red LED lights up.”
Certo che la descrizione ufficiale è molto promettente, ma sarà poi vero ?
Visto che viene citata la sua performance con l’Americio 241, non c’è problema, lo mettiamo subito ben vicino ad alcune capsule di Americio ed infatti, nel giro di qualche secondo, il led si illumina in tutto il suo splendore.
Quindi con le alfa evidentemente funziona, si deve solo dare il tempo all’aria contenuta nella sonda di ionizzarsi sufficientemente, poi l’aumento di conducibilità fa accendere il led.
Proviamo ora con le radiazioni beta e, per averne una buona quantità, prendiamo alcune lancette di una vecchia sveglia trattate con resina acrilica per non disperdere polveri ed alfa ed avviciniamo il nostro strumentino.
Questa volta la faccenda diventa piuttosto dura, nonostante la dose da cavallo di radiazioni beta , non succede nulla o quasi. Solo spegnendo le luci si arriva a notare una leggera luminosità del led, ma nulla di più.
Per l’ultima prova, con le radiazioni gamma, prendiamo un pozzetto emettitore di sole gamma, di quelli che uso per i test ed ancora avviciniamo il geiger in prova.
Ma neanche per idea, il led è rimasto completamente e miseramente spento, mentre il povero Radalert di fianco segnava regolarmente l'emissione di raggi gamma.
No, direi proprio che come strumento per evidenziare la radioattività siamo ben lontani da un minimo di funzionalità. Al massimo possiamo considerare questo simpatico tubetto giallo come un curioso gadget, nulla di più.
Oltre tutto, mentre lo strumento rileva con molta fatica le radiazioni maggiormente ionizzanti (alfa), è invece molto sensibile alla elettricità statica di cui tutti noi siamo portatori: basta toccarlo con due dita a metà del tubo per vedere il led accendersi immediatamente e segnalare la conduzione.
Conclusione: aggeggio che non so come considerare, non certamente un rilevatore di radioattività, ma neppure un gadget per giochi di società, visto che per farlo funzionare deve entrare in contatto con dell’Americio 241, una sostanza che non è assolutamente il caso di portarla in giro per far divertire gli ospiti.
Poi, finalmente, ho capito a cosa può servire ottimamente questo strumento, qual è la sua vera specialità: scaricare le pile, ma nel più lungo tempo possibile !
In questo è imbattibile, dato il minimo consumo del fet, la pila da 9 Volt dura 6 mesi senza interruzione !
Questo si che è un bel risultato !
Incuriosito da un annuncio su eBay e dal suo minimo prezzo, ho voluto provare e toccare con mano uno strano mini strumento, costruito nei Paesi Bassi.
Certo, l’aspetto è semplicissimo, un piccolo tubo vuoto con all’interno un elettrodo che immagino collegato al gate di un fet, in modo da mandarlo in conduzione quando delle radiazioni entrano nella cavità e ionizzano l’aria ivi contenuta.
Direttamente dalla descrizione fatta dal venditore su eBay:
“Detects all forms of ionizing radiation (Alpha, Beta & Gamma). When radiation is detected, the red LED lights up.”
Certo che la descrizione ufficiale è molto promettente, ma sarà poi vero ?
Visto che viene citata la sua performance con l’Americio 241, non c’è problema, lo mettiamo subito ben vicino ad alcune capsule di Americio ed infatti, nel giro di qualche secondo, il led si illumina in tutto il suo splendore.
Quindi con le alfa evidentemente funziona, si deve solo dare il tempo all’aria contenuta nella sonda di ionizzarsi sufficientemente, poi l’aumento di conducibilità fa accendere il led.
Proviamo ora con le radiazioni beta e, per averne una buona quantità, prendiamo alcune lancette di una vecchia sveglia trattate con resina acrilica per non disperdere polveri ed alfa ed avviciniamo il nostro strumentino.
Questa volta la faccenda diventa piuttosto dura, nonostante la dose da cavallo di radiazioni beta , non succede nulla o quasi. Solo spegnendo le luci si arriva a notare una leggera luminosità del led, ma nulla di più.
Per l’ultima prova, con le radiazioni gamma, prendiamo un pozzetto emettitore di sole gamma, di quelli che uso per i test ed ancora avviciniamo il geiger in prova.
Ma neanche per idea, il led è rimasto completamente e miseramente spento, mentre il povero Radalert di fianco segnava regolarmente l'emissione di raggi gamma.
No, direi proprio che come strumento per evidenziare la radioattività siamo ben lontani da un minimo di funzionalità. Al massimo possiamo considerare questo simpatico tubetto giallo come un curioso gadget, nulla di più.
Oltre tutto, mentre lo strumento rileva con molta fatica le radiazioni maggiormente ionizzanti (alfa), è invece molto sensibile alla elettricità statica di cui tutti noi siamo portatori: basta toccarlo con due dita a metà del tubo per vedere il led accendersi immediatamente e segnalare la conduzione.
Conclusione: aggeggio che non so come considerare, non certamente un rilevatore di radioattività, ma neppure un gadget per giochi di società, visto che per farlo funzionare deve entrare in contatto con dell’Americio 241, una sostanza che non è assolutamente il caso di portarla in giro per far divertire gli ospiti.
Poi, finalmente, ho capito a cosa può servire ottimamente questo strumento, qual è la sua vera specialità: scaricare le pile, ma nel più lungo tempo possibile !
In questo è imbattibile, dato il minimo consumo del fet, la pila da 9 Volt dura 6 mesi senza interruzione !
Questo si che è un bel risultato !