Nuova particella radioattiva
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Nuova particella radioattiva
Notizia ANSA di febbraio, relativa ad una scoperta del 2016 ma divulgata solo ora:
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"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo all'universo ho ancora dei dubbi" - Albert Einstein
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Re: Nuova particella radioattiva
??? L'uranio naturale contiene qualche frazione percentuale di 235 quindi è ovvio che se si trova il 238 in piccola parte ci sia anche il 235. Inoltre per come è strutturato l'articolo mi sa tanto di bufala.
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Re: Nuova particella radioattiva
Infatti è lo stesso dubbio che è venuto a me......certo che se anche l'ANSA comincia a divulgare fake news....
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Re: Nuova particella radioattiva
L'articolo dice che nell'alta atmosfera sopra l'Alaska, durante un esperimento scientifico, è stata raccolta una particella contenente U238 e circa il 3% di U235.
Poi sbaglia dicendo che il 235 non è naturale mentre il senso era che particelle arricchite al 3% non sono naturali come riportato correttamente dagli articoli divulgativi in inglese, come questo
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nel quale c'è anche il link all'articolo scientifico pubblicato.
Praticamente non sanno da dove venga se non che potrebbe venire dall'Asia grazie all'analisi dei venti.
Poi sbaglia dicendo che il 235 non è naturale mentre il senso era che particelle arricchite al 3% non sono naturali come riportato correttamente dagli articoli divulgativi in inglese, come questo
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nel quale c'è anche il link all'articolo scientifico pubblicato.
Praticamente non sanno da dove venga se non che potrebbe venire dall'Asia grazie all'analisi dei venti.
Re: Nuova particella radioattiva
Ormai non perdo nemmeno più tempo a leggere le psudotraduzioni di articoli scientifici fatte dai giornalai nostrani!zoomx ha scritto: [External Link Removed for Guests]
nel quale c'è anche il link all'articolo scientifico pubblicato.
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Re: Nuova particella radioattiva
Ecco anche l'articolo.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Re: Nuova particella radioattiva
Mi sono letto l'articolo. Ora la cosa è molto più chiara. Conosco le tecniche di misura utilizzate ed alcuni particolari citati nel lavoro confermano che l'identificazione è reale. In particolare il fatto che si siano potuti vedere gli ioni bicarica a M/Z metà confermano l'assenza di artefatti. Il grado di arricchimento è naturalmente relativo ad un utilizzo reattore. Non faccio ipotesi relativamente alla provenienza ma voglio dare alcuni dettagli circa la tecnica utilizzata.
E' stato usato un laser nel basso ultravioletto altamente energetico con un microfascio focalizzato sulla particella da analizzare. Il laser cede energia e vaporizza la sostanza in esame, in questo caso elementi atomici. l'energia depositata estrae uno o più elettroni producendo gli ioni corrispondenti. Quando l'energia è sufficientemente elevata si riescono ad estrarre anche più di un elettrone dall'atomo in esame generando uno ione multicarica. la velocità della particella nel vuoto è inversamente proporzionale alla massa e direttamente con la carica. In pratica quando gli ioni attraversano il tubo del tempo di volo se è presente anche lo ione bicarica si avranno in uscita due segnali, uno a T=1 e T=1/2. Se ci sono due isotopi, nel nostro caso U238 e 235 e si avranno due picchi al tempo ( e massa) desiderato ed altri due al tempo (e massa) 1/2 T. In questo modo si può essere certi dell'assenza di artefatti. L'analizzatore a tempo di volo è uno dei più teoricamente semplici spettrometri di massa in quanto la separazione della varie masse si basa appunto sul tempo che impiegano gli ioni, prodotti simultaneamente, a percorrere un tubo di una precisa dimensione. In uscita vi è un dinodo di conversione che converte gli ioni in elettroni che vengono a loro volta amplificati con un elettromoltiplicatore (simile ai nostri fotomoltiplicatori solo che lavora nello stesso vuoto dello spettrometro e quindi senza vetro di contenimento). Tutto questo, naturalmente, è una forte semplificazione della realtà in quanto gli spettrometri a tempo di volo sono diventati solo in questi anni particolarmente diffusi a causa delle difficoltà costruttive del tubo, dell'introduzione del reflectron che ne dimezza la lunghezza, delle dilatazioni termiche che influiscono nella precisione di M/Z ecc. La cosa ci interessa perché proprio questa tecnica è utilizzata dagli ispettori della IEA incaricati a verificare l'eventuale arricchimento a fini bellici dell'uranio, tipo Iran.
Questa cosa la so perché me ne ha parlato qualcuno che la strumentazione l'ha utilizzata. In pratica vengono prelevati nei dintorni dell'impianto campioni di terreno, foglie ecc. e portati in laboratorio, magari in europa o usa. Qui vengono individuate le microparticelle depositate, non so con che tecnica, e viene effettuata l'ablazione laser con l'aiuto di un microscopio per il puntamento. Tutto il resto è simile a quanto sopra citato. Quindi si è in grado di sapere con certezza anche senza visionare gli impianti se un determinato paese sta tentando di produrre o no bombe. Naturalmente questa cosa non viene resa nota al pubblico altrimenti ci si renderebbe conto che quando i nostri cugini di oltre oceano, diversamente dagli europei, dicono che un certo stato sta tentando di produrre uranio grado bombe non si tratta di scienza ma di geopolitica.
E' stato usato un laser nel basso ultravioletto altamente energetico con un microfascio focalizzato sulla particella da analizzare. Il laser cede energia e vaporizza la sostanza in esame, in questo caso elementi atomici. l'energia depositata estrae uno o più elettroni producendo gli ioni corrispondenti. Quando l'energia è sufficientemente elevata si riescono ad estrarre anche più di un elettrone dall'atomo in esame generando uno ione multicarica. la velocità della particella nel vuoto è inversamente proporzionale alla massa e direttamente con la carica. In pratica quando gli ioni attraversano il tubo del tempo di volo se è presente anche lo ione bicarica si avranno in uscita due segnali, uno a T=1 e T=1/2. Se ci sono due isotopi, nel nostro caso U238 e 235 e si avranno due picchi al tempo ( e massa) desiderato ed altri due al tempo (e massa) 1/2 T. In questo modo si può essere certi dell'assenza di artefatti. L'analizzatore a tempo di volo è uno dei più teoricamente semplici spettrometri di massa in quanto la separazione della varie masse si basa appunto sul tempo che impiegano gli ioni, prodotti simultaneamente, a percorrere un tubo di una precisa dimensione. In uscita vi è un dinodo di conversione che converte gli ioni in elettroni che vengono a loro volta amplificati con un elettromoltiplicatore (simile ai nostri fotomoltiplicatori solo che lavora nello stesso vuoto dello spettrometro e quindi senza vetro di contenimento). Tutto questo, naturalmente, è una forte semplificazione della realtà in quanto gli spettrometri a tempo di volo sono diventati solo in questi anni particolarmente diffusi a causa delle difficoltà costruttive del tubo, dell'introduzione del reflectron che ne dimezza la lunghezza, delle dilatazioni termiche che influiscono nella precisione di M/Z ecc. La cosa ci interessa perché proprio questa tecnica è utilizzata dagli ispettori della IEA incaricati a verificare l'eventuale arricchimento a fini bellici dell'uranio, tipo Iran.
Questa cosa la so perché me ne ha parlato qualcuno che la strumentazione l'ha utilizzata. In pratica vengono prelevati nei dintorni dell'impianto campioni di terreno, foglie ecc. e portati in laboratorio, magari in europa o usa. Qui vengono individuate le microparticelle depositate, non so con che tecnica, e viene effettuata l'ablazione laser con l'aiuto di un microscopio per il puntamento. Tutto il resto è simile a quanto sopra citato. Quindi si è in grado di sapere con certezza anche senza visionare gli impianti se un determinato paese sta tentando di produrre o no bombe. Naturalmente questa cosa non viene resa nota al pubblico altrimenti ci si renderebbe conto che quando i nostri cugini di oltre oceano, diversamente dagli europei, dicono che un certo stato sta tentando di produrre uranio grado bombe non si tratta di scienza ma di geopolitica.
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Re: Nuova particella radioattiva
Grazie Roberto, molto interessante la tua spiegazione, mi piacerebbe proprio poter vedere tale tipo di strumentazione.
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