Italelettronica RA141B

Apparati militari e non per misurare la radioattività.
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Maxfoll
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Italelettronica RA141B

Messaggio da Maxfoll » 30/10/2020, 22:31

Buonasera a tutti,
dopo un bel po' di tempo (quasi tre anni..) mantengo la promessa fatta all'atto della presentazione..
Ebbene sì, ho ritrovato il mitico RA141B della Italelettronica.
Confesso di non aver visitato a fondo il sito, magari c'è già qualche altro post in merito (con la funzione 'ricerca' però non ottengo risultati).
Intanto allego qualche foto dell'apparato, sia esterna che interna, e dei suoi accessori (sonda, cuffia).
Come si vede, la costruzione è 'ruggedized', contenitore stagno, comparto batterie inox a prova di corrosione, circuiti stampati spessi e mil-std, componenti di qualità..
Ho scoperto che l'Esercito Italiano ha tutt'ora una pagina web sull'apparato:
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che ne riporta le caratteristiche.
Non ho mai avuto la sua sacca in tela, ma ricordo che era in semplice tela verde pesante militare, di forma a parallelepipedo rettangolo tale da poterlo contenere, mi pare con tasca per gli accessori, per cui potrei realizzarla partendo da altra sacca militare.
Spero che il reportage sia di interesse.
2 - RA141B_side.jpg
3 - RA141B_panel.jpg
14 - RA141B_probe.jpg
20 - RA141B_headset.jpg
23 - RA141B_inside2.jpg
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Re: Italelettronica RA141B

Messaggio da marconmeteo » 31/10/2020, 8:09

Bel apparato....hai ragione, sul forum, oltre a qualche info e al manuale operatore del modello R40E, non cè nulla. Come sempre, mentre degli apparati di produzione straniera si trova sempre "quasi" di tutto, della (al vero ridotta) produzione italiana, sembra impossibile reperire info e manuali.
Erano apparati molto spartani ed essenziali, ma sicuramente funzionali per il loro scopo. Grazie per averlo posto all'attenzione e conoscenza dei nostri utenti.


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Re: Italelettronica RA141B

Messaggio da marconmeteo » 31/10/2020, 8:18

Copio qui, una parte di testo (salvato anni fa), di una documentazione riguardante il corpo dei Vigili del Fuoco, che avevano ed hanno in dotazione strumentazione Italelettronica....

" il C.N.VV.F. dispone attualmente di tre tipi di radiametri, di cui i primi due sono a lettura analogica. Essi sono rispettivamente: RA 143, RA 141 B/F e RA 141 C. I radiametri hanno unicamente lo scopo di conteggiare i segnali elettrici provenienti dalle sonde ad esse collegate; pertanto, in funzione del particolare tipo di radiazione che si vuole rilevare, bisogna scegliere una sonda appropriata indipendentemente dal tipo di radiametro che ad essi si collega. Le sonde hanno differenti sensibilità di rivelare le radiazioni gamma a seconda del loro principio di funzionamento. In ordine di sensibilità crescente, si hanno prima le camere di ionizzazione, poi i contatori Geiger – Muller ed, infine, le sonde a scintillazione che sono quindi le più sensibili. Pertanto, se occorre ricercare una sorgente radioattiva gamma emettitrice, si utilizzerà per prima la sonda F 118 B g; successivamente, non appena il numero degli imp/s rilevato è tale da portare l’indice del radiametro, ad esempio RA 141 B/F, a fondo scala (10000 imp/sec vengono conteggiati per valori dell’intensità di esposizione di circa 1×1 0- 6 C / K g×h, ovvero circa 4 mR/h), per poter seguire l’andamento dei valori del campo di radiazioni, occorrerà cambiare tipo di sonda e passare ad una meno sensibile, ovvero di tipo Geiger – Muller, ad esempio la GF 145. Nel caso, che il livello delle radiazioni fosse molto elevato e capace di mandare a fondo scala l’indice del radiametro anche con questo tipo di sonda (tale valore è di 2,58×10-4 C/kg×h, cioè 1 R/h, corrispondente a 10000 imp/sec con sonda GF 145 collegata), per poter effettuare la misura bisogna ricorrere ad uno strumento ancora meno sensibile, quindi ad una camera di ionizzazione, come il radiametro campale R54 C che è in grado di misurare valori dell’intensità di esposizione fino a 1,29×10-4 C/Kg×h (500R/h). Una delle cautele da seguirsi in interventi in cui vi sia la presenza di sostanze radioattive, ad esempio nel caso di una ricerca di sostanze di cui non si conosce il valore dell’attività, è quella di iniziare la ricerca posizionando il commutatore del radiametro sulla scala più bassa. Tale procedura permette di evidenziare istantaneamente la presenza di radiazioni. Successivamente, occorre, subito commutare lo strumento sulla scala più alta in modo da verificare la pericolosità del livello di radiazione presente, perché ne fa subito conoscere il valore massimo. Inoltre, questa accortezza evita inutili allarmismi, perché se si lasciasse il commutatore su una scala di lettura bassa, l’indice del radiametro potrebbe andare a fondo scala anche per un basso valore dell’intensità di e s p o s i z i o n e . Vediamo adesso quali sonde bisogna utilizzare in funzione del tipo di radiazione da rilevare. N e l caso delle particelle a esse possono essere individuate solo dalla sonda a scintillazione F118 Ba. Le particelle b si possono rilevare con tutte le sonde di tipo Geiger – Muller, avendo però l’accortezza di togliere il cappuccio metallico posto davanti alla finestra di mica, in quanto esso le schermerebbe. Le radiazioni gamma, possono essere rilevate da tutte le sonde in dotazione ad eccezione della F118 Ba. Qualora si volesse fare una misura della intensità di esposizione, occorre notare che non tutte le sonde in dotazione al C.N.VV. F. sono tarate, nel senso che ad un determinato numero di imp/s corANTINCENDIO novembre 1996 19 risponde un preciso valore dell’intensità di esposizione. Pertanto, per effettuare una misura dell’intensità di esposizione è necessario collegare al radiametro una delle seguenti sonde: GF 122 B a finestra di mica chiusa, GF 145 col commutatore in posizione gamma e finestra di mica chiusa. Le altre sonde in dotazione possono essere utilizzate come strumenti di ricerca, poiché forniscono solamente un valore del numero di imp/s a cui non è possibile far corrispondere con esattezza un determinato valore dell’intensità di esposizione. Le sonde non tarate sono: F 118 Bg, F 118 Ba, GF 132, GM 120, e GF 145 con finestra di mica aperta e commutatore in posizione b; il livello di radiazioni da esse rilevato può essere espresso solamente, in modo qualitativo, dal valore degli imp/s conteggiati dal radiametro. Con un sistema di misura campale composto da un radiametro RA 143 collegato ad una sonda GF 145, se si mantiene la finestra di mica chiusa ed il commutatore della stessa in posizione di lettura gamma, si possono effettuare misure di intensità di esposizione fino al valore di 64,5 mC/Kg×h (250 mR/h). Invece, con un radiametro RA 141 B/F collegato ad una sonda GF 145, mantenendo la finestra di mica chiusa e il commutatore della stessa in posizione gamma, si possono effettuare misure di intensità di esposizione fino al valore di 0,258 mC/Kg×h (1 R/h). "

Questo a completezza di informazioni, su quel poco reperibile sull'argomento.


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